Nabhicakra (n)
" Il cakra che sta nel fulcro".
Altro nome per il manipuracakra in quanto centro della coscienza
individuale. E' il più alto dei cakra inferiori,
ed è sito all'altezza del plesso solare, quindi al
di sotto del cakra in cui simbolicamente risiede il jivatman
(anahata). E' il perno su cui ruotano le indefinite determinazioni
della coscienza individualizzata esprimentisi nel modo e
nella tensione "focali" del desiderio-avversione,
attrazione-repulsione, ecc. Il bijamantra è ram.
Nada (m)
Tono, energia vibratoria che si manifesta
come suono.
Nadabrahma (m)
Il suono di Brama, l’aspetto creatore
della Trimurti.
Nadi (f)
Canali di natura sottile. Sono conduttori
di prana in senso lato. Rappresentano le possibilità
di determinazione della coscienza e costituiscono quindi
la "struttura" sottile dell'essere individuato,
ovvero la struttura luminosa-energetica. Le nadi principali
sono: ida, pingala e susumna lungo la cui direttrice sono
disposti i vari loti o cakra.
Namas (n)
Saluto reverenziale,inchino, adorazione,
rispettosa obbedienza; l’inchino a mani giunte dedicando,
con l’unione delle dieci dita, i dieci sensi alla
Divinità. E’ l’espressione esteriore
dell’abbandono interiore.
Namaskara (m)
Il prostrarsi davanti alla Divinità;
la prostrazione resa con le otto parti del corpo (ginocchia,
piedi, mani, petto, intelligenza, fronte, parola, vista).
Nanak
Il primo guru e fondatore della religione
dei Sikh.
Narayana
Uno dei nomi di Visnu, considerato come
il Signore dell’universo.
Nataraja (m)
“Il Signore della danza”;
appellativo di Siva danzante. Tale danza rappresenta la
manifestazione. E’ il simbolo dell’incessante
creazione, conservazione e trasformazione dell’universo,
e segno del perfetto equilibrio tra vita e morte.
Neti neti
“Non questo, non quello”.
Formula di negazione mediante la quale il jnanayogin scarta
successivamente tutto ciò che è apparenza
per arrivare finalmente alla sola Realtà, Brahman.
La formula opposta è “iti iti” (“è
questo, è quello) mediante la quale il jananyogin
ingloba a poco a poco tutto ciò che percepisce nella
Realtà dell’Unico. L’insieme delle due
formule “neti neti“ e “iti iti”
costituisce perciò l’essenza della sadhana
dello janayoga.
Nidra (f)
Il sonno, il sonno della mente; il torpore
mentale; l’equivalente dell’ignoranza connaturata
al jiva (avidya) fino a che questi non ha realizzato l’ultima
Verità.
Nirbijasamadhi (m)
Samadhi “senza seme”, consegue
al sabija o samadhi “con seme”. Corrisponde
al nirvikalpasamadhi, in cui la distinzione “conoscente-conoscenza-conosciuto”
è stat riassorbita nell’unità assoluta
della pura Coscienza, la quale è priva di oggetti,
modificazioni, dualità.
Nirguna (a)
Senza attributi, non qualificato, assoluto.
Si applica al Brahman supremo. Lo stato di nirguna non è
uno stato negativo, in quanto la negazione, in questo caso,
equivale all’infinita affermazione; non rappresenta
un "vuoto" bensì un’infinita Pienezza
(purna).
Nirvana (n)
Estinzione, spegnimento, soluzione.
Anche nirvrtti. Stato supremo nel quale l’aspetto
individuale (separato) dell’essere è scomparso
per far posto alla coscienza della Realtà Una. Estinzione
dell’impulso karmico che determina l’esistenza
e il movimento espressivo della coscienza individuata (jiva),
cioè del riflesso di coscienza atmica, e conseguente
soluzione e assorbimento del jiva stesso nell’atman
non duale.
Nirvikalpasamadhi (m)
Il samadhi senza differenziazione che
conduce alla realizzazione metafisica del Brahman nirguna
o Assoluto inqualificato.
Nirvrtti (a)
Esente da modificazioni (vrtti). E’
anche sinomino di nirvana.
Niyama (m)
Osservanze. Il secondo passo del Rajayoga
di Patanjali.