Badarayana
Secondo la tradizione è il codificatore
del darsana Vedanta e l’autore del Bramasutra o Vedantasutra;
sovente è identificato a Vyasa.
Bandha (m)
Appoggio, connessione, legame, relazione;
schiavitù dovuta all’ignoranza della propria
natura di Essere infinito.
Bhagavadgita
“Il Canto del Beato”. Si
ritrova nel sesto libro del Mahabharata, la grande epopea
indiana attribuita al leggendario Vyasa. E’ un’opera
poetica e filosofica che viene fatta risalire al V secolo
a. C.; insieme alle Upanisad classiche e al Brahmasutra
costituisce la Triplice Scienza (Prasthanatraya) del Vedanta.
La scena in cui si svolgono gli episodi della Bagavadgita
è il campo Kuruksetra, il campo di battaglia in cui
si svolge l’epilogo della guerra dei Kaurava contro
i cugini, i Pandava. L’incidente della guerra è
solo un pretesto per offrire a Krsna l’opportunità
di prospettare ad Arjuna un dialogo realizzativi e iniziatico
basato sull’insegnamento dei Veda. La Bagavadgita
contempla la metafisica e l’etica: è Scienza
del reale (brahamavidya) e pratica yoga (yogasastra); concilia
la conoscenza (jnana) e l’azione (karma), l’insegnamento
upanishadico riguardo al Brahman trascendente, la bakti
del movimento Bhagavata e la concentrazione logica. Per
la sua potenza espressiva e per il suo prodigioso insegnamento
viene considerata una Upanisad.
Bhagavan (m,
a)
Il Signore, il Beato, il Saggio, termine
con il quale si riferisce al Signore; glorioso, illustre;
divino, santo, venerabile: Epiteto riferito alle Divinità,
ai santi o a personaggi rispettabili.
Bhairava (a, m)
“Il terrifico”, nome di
Siva nel suo aspetto di trasformatore e quindi il distruttore
della forma.
Bhajana o Bahajan (n)
Adorazione, devozione; omaggio riverente;
canto devozionale in lode del Signore.
Bhakti (f)
Devozione ardente, amore per il Divino;
fede, costanza e attaccamento alla Divinità sotto
qualsiasi condizione; assenza di egotismo; la via dell’amore,
della devozione, dell’abbandono, della dedizione alla
Divinità.
Bhavana (n)
Venuta all’esistenza; manifestazione.
Bhavani (f)
Colei che dà la vita; altro nome
di Parvati.
Bedha (m)
Differenziazione, distinzione, molteplicità.
Secondo il Samkhya la pluralità formale della prakriti.
Bhuh bhuvah svah
La triplice formula sacra (vyahrti)
indicante consecutivamente la terra, l’atmosfera e
il cielo; triplice invocazione pronunciata nel corso dei
riti vedici e che si riferisce ai tre mondi: terrestre,
intermedio e celeste. Queste tre parole compongono la mahavyahrti.
Bhuta (n)
L’esistente, sostanza componente
o costituente, elemento primordiale. Con questo termine
si designano gli elementi primi della natura di cui, secondo
la concezione vedantica, è costituita la manifestazione
universale nel suo aspetto formale sottile e grossolano.
Bija (n)
Seme, germe, causa prima; contenuto
coscienziale.
Bijamantra (m)
Suono-seme principiale; mantra, o sillaba
mistica, associato a ciascuno dei cakra.
Bindu (n)
Punto, cerchio. E’ simbolo della
condizione germinale o principale, quindi dell’unità
indifferenziata.
Bodhi (m)
Pensiero illuminato, perfetta illuminazione,
integrale risveglio alla coscienza; Conoscenza pura.
Bodhisattva (m)
Lett. "colui la cui natura è
pura Conoscenza". Per il Buddhismo è l’essere
risvegliato e realizzato che, rinunciando al nirvana, si
consacra al risveglio delle anime non liberate.
Brahma (m)
Uno dei tre aspetti della Trimurti indù,
ossia della triplice forma con cui si manifesta l’Essere
qualificato, Brahman saguna (saguna: con attributi) o Isvara,
e corrisponde precisamente all’aspetto creatore, aspetto
costruttivo dell’intero mondo dei nomi e delle forme.
E’ il principio manifestante dell’Universo,
in relazione a quello conservatore (Visnu) e quello trasformatore
(Siva).
Brahmacarya (n)
Il primo dei quattro stadi di vita tradizionale,
quello del celibato e dello studente; continenza, l’astenersi
da qualsiasi godimento sensoriale; padronanza perfetta dei
sensi; condotta improntata alla consapevolezza brahmanica;
uno degli yama nel Rajayoga di Patanjali.
Brahman o Brahma (n)
La Realtà assoluta, l’Assoluto
in sé. L’Uno-senza-secondo. Brahman è
l’Essere non qualificato (nirguna), il mondo è
lo sviluppo di una delle sue infinite possibilità
di qualificazione. In quanto Assoluto, Brahma non differisce
dall’atman, che è l’Assoluto nell’essere,
sì che la totale e definitiva liberazione può
compiersi solo nella piena consapevolezza dell’identità
(aikya) tra atman e Brahman.
Brahmarandhra (n)
La fessura di Brahman, sutura sagittale
del cranio attraverso cui il jivatman si congiunge con il
Brahman, oppure la kundalinisakti si reintegra con Siva.
Corrisponde al Sahasraracakra.
Buddha (pp)
Risvegliato, appellativo attribuito
a colui che si è "risvegliato" o "illuminato".
Secondo la Dottrina buddista vi sono stati e vi saranno
dei Buddha; tra questi va menzionato il Gautama, il fondatore
storico del Buddhismo.
Buddhi (f)
Intelletto superiore, intuizione, intelligenza;
una delle quattro facoltà dell’organo interno
(antahkarana), quella dell’intuizione discriminativa;
la parte più sottile e pura dell’organo interno.
Buddhimayakosa (m)
Involucro fatto di intelletto; la guaina
del Sé che è costituita di pura Intelligenza
e avvolge direttamente l’involucro della beatitudine.