Sabda (m)
Il suono; l’aspetto qualificato
di Brahma, attraverso il suo simbolo Om; il suono che è
la caratteristica dell’elemento akasa-spazio. Ci sono
tre tipi di suono: samanya, il suono associato con il mondo;
varna, il suono della parola pronunciata; muka, il suono
del silenzio: tale è l’Aum o pranasabda.
Saccidananda (m)
La formula “Esistenza (sat), Coscienza
(cit), Beatitudine (ananda) assolute” con la quale
si identifica Brahman o l’atman.
Sadhaka (m)
Istruttore spirituale; colui che ha compreso l’insegnamento e lo vive; Maestro brahmanico, guru.
Sadhana (f)
Nome dato a ogni disciplina seguita
con ardore e perseveranza per progredire nella vita spirituale;
disciplina spirituale; ascesi (tapas) o sforzo spirituale
al quale si sottopone il discepolo per procedere alla purificazione.
Anche realizzazione perfetta.
Sadhu (m)
Saggio, colui che ha compiuto la perfetta
realizzazione.
Sahaja (a)
Spontaneo, naturale, congenito, innato.
Sahasraracakra (n)
Uno dei sette cakra, il loto dai mille
petali. E’ situato sulla "corona" del capo.
E’ simbolicamente la dimora di Siva, cui si unisce
la Sakti (kundalini) al compimento dell’ascesa lungo
la susumna. E’ simmetrico del muladharacakra rispetto
all’anahata e corrisponde alla coscienza nella sua
universalità. Lo stato di coscienza che esprime è
quello dell’Unità (jiva-Isvara) autoconsapevole
e illimitata. E’ il "centro" di attrazione
della coscienza durante la sadhana e il "punto"
di qualificazione-riflessione del jiva (stato causale) in
seno alla Coscienza atmica infinita e non duale. E’
il padma (loto) che si dischiude al passaggio della coscienza
jivaica liberando e risolvendo il punto di riflessione nell’infinita
spazialità del Sé, ove l’unità
scompare nella Non-dualità. E’ il cakra che
compendia e sintetizza gli altri, li emana e riassorbe,
riassorbendosi a sua volta nella coscienza senza vibrazioni-onde.
Sakti (f)
Energia; energia dinamica "indotta"
dalla presenza del polo di equilibrio statico (Siva); potenza
virtuale della maya, l’energia della manifestazione;
volontà produttrice, corrispondente alla illimitata
"capacità", insita nella pura Coscienza
infinita, di assumere qualificazione e determinazione, quindi
di "prodursi" in diversi stati, oggetti, universi:
la reintegrazione di Sakti (polo negativo mobile) in Siva
(polo positivo immobile) è il riassorbimento della
determinazione nel Principio e quindi la "depolarizzazione"
della pura coscienzialità. Nome della Madre divina
considerata come la divina energia primordiale; Dea suprema
del Tantrismo.
Sama (m)
Calma mentale; tranquillità della
mente che non aderisce più agli oggetti esterni o
interni; "apatia" in opposizione a "simpatia",
quindi la "non-risonanza" oggettuale della e nella
mente; dominio che dirige la mente-attenzione interiormente,
impedendole ogni esteriorizzazione dispersiva.
Samadhi (m)
Etimologicamente significa identità
trascendente, cioè autoidentità essenziale
la quale trascende l’apparente distinzione formale.
Poiché tale essenza è comune a tutto, può
tradursi anche come unità coscienziale. Samadhi allora
vuol dire "identità reale", e svela l’essenza
di tutte le cose, essenza una-senza-secondo, in quanto l’ente
stesso ne è partecipe quale Essere. Contemplazione,
contemplazione trascendentale; contemplazione in cui si
raggiunge un perfetto stato di identità essenziale
e quindi coscienziale.
Samana (m)
Uno dei cinque soffi vitali (prana).
La sua attività si estende dal cuore al plesso solare,
riguarda il nutrimento e la sua assimilazione equilibrata
ed è in special modo collegato con la funzione digestiva
e con il manipuracakra.
Samdhi (m)
Combinazione, coalescenza eufonica per
cui si modificano i suoni per assimilazione e mutazione;
fenomeno fonetico tipico del sanscrito (es. cit + sakti
= cic-chakti).
Samkhya (n)
“Enumerazione”, nome di
uno dei più antichi darsena brahmanici, codificato
dal saggio Kapila. Dottrina di carattere cosmologico in
cui la totalità o manifestazione universale viene
riassunta in venticinque principi o tattva.
Samnyasin (m)
Asceta rinunciatario; colui che avendo
compreso ha rinunciato a tutto.
Samsara (m)
Ciclo perenne del divenire; divenire
trasmigratorio quale passaggio continuo per diverse condizioni
di coscienza e quindi di esistenza; trasmigrazione; corso
dell’indefinita successione di nascita-vita-morte-rinascita
al quale pone fine la liberazione (moksa). Corrisponde all’ininterrotta
catena di causa-effetto, per cui il karma vincola l’essere
individuato al divenire; rappresenta così la sovrapposizione
illusoria ma consistente di maya al puro Brahman incausato.
Nel Buddhismo corrisponde alla "Ruota dell’Esistenza",
nella quale si alternano gli stati di vita e di morte con
le loro relative "esperienze".
Samskara (m)
Questo termine ha un duplice significato:
1) riti preparatori di purificazione; 2) semi causali dell’azione
ingenerati dalle tendenze o impressioni presenti nella sostanza
mentale (citta) e derivanti da esperienze, azioni, pensieri
prodotti nell’esistenza attuale come anche nelle indefinite
esistenze anteriori. In questo senso costituiscono delle
vere e proprie predisposizioni prodotte dal karma accumulato
e tali da produrre altro karma.
Samtosa (m)
Il contentarsi, uno dei cinque niyama
nel Rajayoga di Patanjali.
Samyama (m)
Disciplina superiore, autocontrollo,
concentrazione mentale. Con questo termine si indicano gli
ultimi tre passi del Rajayoga di Patanjali.
Sanatana (a)
Antico, eterno; primordiale, che non
ha principio, imperituro.
Sanatanadharma (m)
L’eterno Ordine cosmico, la Lex
perennis, emanata da Manu. Armonia universale, la direzione
(dharma) costante (sanatana) che permea e sottostà
all’intera manifestazione.
Sankara
Codificatore del Vedanta Advaita, darsana
metafisico.
Santi (f)
Pace, pace profonda; pacificazione,
acquietamento scaturiente dalla comprensione e dalla trascendenza.
Beatitudine nirvanica.
Sarasvati
La Sakti di Brahma, ha come attributo
la Saggezza; la Dea del linguaggio e dell’insegnamento.
Sastra
Codice, insegnamento, testo sacro; indica
generalmente tutte le Scritture sacre.
Sat (n)
L’Essere, il puro Essere; esistenza
assoluta e reale, contrario di asat: ciò che non
ha esistenza.
Sat-cit-ananda
Esistenza (sat), Coscienza (cit) e Beatitudine
(ananda) assolute. I tre principi consustanziali al Brahman,
quindi all’atman.
Satkarma (n)
Azione retta e virtuosa, compiuta senza
fini egoistici.
Satsangha (m)
Luogo di ritiro, eremitaggio.
Sattva (n)
Essere, esistenza in sé; essenza;
saggezza, intelligenza, intelletto, "luce intellettuale";
uno dei guna, quello che corrisponde all’equilibrio,
all’armonia, alla luce, alla purezza.
Satya (n)
La Verità, la Realtà ovvero
“ciò che è” (sat), la Realtà
assoluta (paramartha); non falsità, uno degli yama
nello Yogasutra di Patanjali.
Sauca (n,
m)
Purezza di corpo, azione, espressione
e pensiero; la purezza interna che riguarda soprattutto
la mente; uno dei cinque niyama di Patanjali.
Savitr (m)
Il sole; il Dio-Persona identificato
simbolicamente al sole in quanto illuminatore, stimolatore
e vivificatore dell’esistenza terrena; un epiteto
di Surya considerato come il principio di vita e di luce
e l’antitesi dell’oscurità e dunque metaforicamente
il principio della luce della conoscenza e il dissipatore
dell’ignoranza.
Seva (f)
Servizio; servizio al prossimo reso
come offerta alla Divinità.
Siddha (pp)
Perfetto, compiuto, realizzato; perfetto
nello yoga, colui che ha realizzato la perfezione yogica;
colui che ha realizzato l’Unione, la reintegrazione
di sé nell’Assoluto.
Siddhi (f)
Compimento, perfezione yogica; poteri
psichici ottenuti durante la pratica yoga; Realizzazione.
Siva (m)
Benefico, benigno, fausto; uno dei tre
aspetti della Trimurti, il Divino considerato particolarmente
sotto il suo aspetto (murti) trasformatore e risolutore
ma che, in unione con la sua Sakti (Parvati) assume la funzione
di costruttore, di creatore: come tale ha per simbolo il
linga; lo Shivaismo diversifica la funzione dissolutrice
da quella creatrice e conservatrice, per cui tanto gli aspetti
di Siva quanto le relative Sakti sono differenziati ma,
nello stesso tempo, considera Siva come il Principio unico
e assoluto in seno a cui il relativo, mondo dei nomi e delle
forme, ossia il divenire, può emergere solo in modo
apparente. Tanto Siva quanto Sakti si suddividono l’uno
nelle "persone" della Trimurti e l’altra
nelle corrispondenti "energie" (Sarasvati, Laksmi,
Parvati). Il principio Siva si trova in ogni aspetto dell’esistenza
e costituisce ciò che per il Vedanta è il
sempre e ovunque presente Uno-senza-secondo, ossia Brahman.
Siva è anche il grande Yogi (mahayogin). E’
chiamato Pasupati, "Signore degli esseri"; rappresenta
il principio di astrazione-soluzione, quindi l’atto
di "consapevolezza" che lo esprime e in cui si
verifica; infine la Coscienza pura onnipervadente senza
modificazioni.
Sivalinga (n)
Linga di Siva; Siva adorato in forma
di fallo; simbolo del Divino nell’atto di manifestarsi.
Sivamantra (m)
Il mantra di Siva : “Om namah
sivaya: M’inchino a te o Siva, incarnazione dell’Om”.
Sivaratri (f)
La notte di Siva, festa religiosa in
onore di Siva.
Smrti (f)
Memoria; tradizione rammentata, tradizione
“mediata” opera della memoria degli uomini e
non dell’ispirazione diretta (sruti). Col termine
Smrti si indicano tutti i testi che non siano i Veda.
So ’ham
"Io sono Quello"; "Io
sono Lui". E’ un mantra che proclama l’identità
dell’ente con il Divino. Inspirando si pronuncia so
(Quello) ed espirando si emette ham (io).
Soma (m)
Succo; nome di una tipica bevanda indiana,
simbolo delle acque della vita; il succo di tale pianta,
il più importante elemento nelle offerte sacrificali.
Sri (f)
Radianza, luce, gloria; prosperità,
fortuna; sacro, santo; benedetto: appellativo dato ai Maestri;
termine usato come titolo onorifico ai nomi di Divinità,
ai titoli dei testi sacri e ai nomi illustri.
Sruti (f)
Audizione, la Tradizione "udita";
sacra Conoscenza in quanto "immediatamente" rivelata
(Veda), diversa dalla Smriti, o tradizione rammentata, indiretta,
"mediata"; ciò che è stato ascoltato
dagli antichi Veggenti (Rsi) come suono divino; uno dei
nomi con cui vengono indicati i Veda.
Sunya (a)
Il vuoto, la vacuità; tale termine
non esprime un carattere negativo o di annichilimento in
quanto nel vuoto di determinazioni e qualificazioni v’è
infinita pienezza (purna) di possibilità.
Surya (m)
Il sole, il Sole quale Divinità.
Susumna (f)
La nadi centrale rispetto a ida e pingala,
le tre principali; arteria "sottile"; carotide;
canale centrale, attraverso cui sale kundalini, che passa
lungo il midollo spinale e attraversa la regione della testa
fino al brahmarandhra. Lungo la susumna sono disposti i
sette cakra.
Sutra (n)
Filo, corda; aforisma, verso; il "filo"
che collega diverse cose tra loro: per traslato è
l’atman che collega tutti gli stati esistenziali;
trattato, testo che codifica i princìpi fondamentali
dei darsana filosofici.
Svadhisthanacakra (n)
Uno dei sette cakra; il secondo cakra
lungo la susumna, quello relativo alla funzione della procreazione,
quindi alla conservazione della specie. Ha come bijamantra
il suono vam ed è, ordinariamente, il centro di attrazione
dell’energia scaturiente dal muladhara, ciò
che ne impedisce, quando è enfatizzato, l’ulteriore
ascesa. Corrisponde all’elemento acqua (ap).
Svadhyaya (m)
Studio di sé e delle sacre Scritture:
uno dei cinque niyama di Patanjali.
Svami (m)
Monaco di una determinata confraternita,
anche Maestro.